Trattamento dei fiori recisi da lavoro e da negozio

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Trattamento dei fiori recisi da lavoro e da negozio

 

PREPARAZIONE DEI FIORI RECISI

Fiori da lavoro. Si chiamano così i fiori che servono per realizzare a breve termine un lavoro quale un addobbo per matrimonio, una corona funeraria, ecc. Essi avranno quindi un utilizzo quasi immediato senza che debbano essere conservati per la vendita all’interno del negozio. La preparazione di questi fiori sarà molto più sbrigativa poiché il loro preciso utilizzo sarà determinato in seguito, nel momento esatto in cui verranno composti. Tuttavia anch’essi richiedono delle cure che ora vedremo.
Nella maggior parte dei casi si toglierà l’incarto, si taglierà l’elastico che lega il mazzo e la parte finale del gambo (anche con delle cesoie e con taglio dritto) per rinnovare il taglio e far bere in modo più rapido i fiori per il maggior tempo possibile prima di utilizzarli in composizione: infatti, se usati poi nella spugna, i fiori avranno a disposizione una minor quantità d’acqua e per questo occorre farli bere il più possibile in precedenza. Non occorre effettuare la pulizia dei gambi poiché i fiori verranno utilizzati a breve termine e non sappiamo ancora precisamente quanto dovremo accorciarli.
Solo in alcuni casi non si toglierà l’incarto se non si vuole che i fiori si aprano troppo: ad esempio per le Rose che si dovranno usare per realizzare un bouquet da sposa o per i Tulipani, che altrimenti inizierebbero ad aprirsi e stortarsi.
Non lasciare mai i fiori fuori dall’acqua.
I fiori e i verdi delicati si conservano meglio se tagliati corti, quando l’utilizzo che ne faremo non richieda gambi lunghi.

Fiori da negozio. Si chiamano in tal modo i fiori che vanno esposti in negozio all’interno dei vasi. Questi fiori avranno una cura particolare poiché dovranno apparire al meglio e attirare l’attenzione del cliente per pregio, bellezza e qualità.
Tolto l’incarto e tagliato l’elastico che lega il mazzo, bisogna accuratamente eliminare foglie, rametti e spine che andrebbero a pescare nell’acqua e produrrebbero un eccesso di batteri, nonché eventuali petali e foglie sgualciti o rotti. I fiori andranno poi collocati nella giusta quantità di acqua (in rapporto alla temperatura ambientale e all’altezza del fiore) ma senza mai eccedere, poiché si deve considerare che la parte dello stelo che pesca nell’acqua produce batteri ed invecchia rapidamente. E’ invece importante reintegrare frequentemente la quantità d’acqua nei vasi in modo che i fiori possano sempre bere a sufficienza.

QUANTA ACQUA PER I FIORI RECISI?

La quantità di acqua per il mantenimento dei fiori recisi in vaso varia da fiore a fiore e deve essere valutata in funzione della lunghezza dello stelo e della temperatura ambientale e quindi della traspirazione (= disidratazione) del fiore. Possiamo individuare tre categorie di fiori: gli idrofili, i mesofiti e gli xerofili.

Idrofili. Sono fiori cui necessita una grande quantità d’acqua perché in natura vivono in un habitat umido, come il Lotus (Loto), il Papirus (Papiro), la Ligularia. Oppure perché, come nel caso della Rosa, l’assorbimento idrico avviene non solo attraverso il taglio ma anche lateralmente attraverso lo stelo che quindi andrà in parte immerso. Le bulbose, abituate a una notevole riserva energetica derivante dal bulbo, recise necessitano di un grande apporto idrico: ad esempio il Gladiolus (Gladiolo) e il Lilium (Giglio). Vi sono tuttavia sempre eccezioni che vanno considerate caso per caso, come quella della Zantedeschia (Calla) il cui gambo si deteriora rapidamente nell’acqua rendendola torbida e perciò la quantità d’acqua deve essere ridotta al minimo sufficiente e frequentemente reintegrata.

Mesofiti. Sono fiori dai canali linfatici medio-grandi, che richiedono una media quantità d’acqua, come la Strelitzia reginae.

Xerofili. Sono fiori che necessitano di poca acqua per ragione fisiologiche. Ad esempio le Orchidee già in natura, sviluppandosi sui tronchi degli alberi (epifite), sono adattate a scarsi apporti idrici poiché le radici assorbono umidità dall’aria. La Gerbera, già all’acquisto. si presenta senza foglie; inoltre l’assorbimento dell’azoto presente nell’aria (elemento vitale della pianta) avviene attraverso la leggera peluria che ricopre totalmente lo stelo. Immergendo lo stelo in molta acqua verrebbe impedito l’assorbimento dell’azoto e, anche se la corolla mostra un bell’aspetto, il gambo marcirebbe precocemente. Lo stesso avviene per l’Aechmea, anch’essa dotata di una peluria bianca che ricopre le foglie.

Gli steli legnosi e le violette hanno bisogno di un’immersione in acqua tiepida perché in tal modo la maggiore dilatazione dei vasi linfatici favorirà un maggior apporto d’acqua e una migliore apparenza del fiore. L’acqua tiepida è comunque consigliata per tutti i fiori.

 

Trattamento dei fiori recisi da lavoro e da negozio

 

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