Il prodotto del fiorista: artistico sì ma commerciale

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Il prodotto del fiorista: artistico sì ma commerciale

Abbiamo detto finora che i lavori creati dal fiorista devono sempre avere un’impronta artistica e osservare determinate regole dell’arte floreale. Tuttavia non bisogna dimenticare che la professione del fiorista è anche un’attività lavorativa dalla quale è necessario ricavare dei guadagni per vivere, e quindi soggetta a delle regole di mercato.
Prima di realizzare qualcosa che è destinato alla vendita in negozio bisogna sempre chiedersi se il lavoro floreale che stiamo per creare potrà essere acquistato dal cliente, se incontrerà i suoi gusti, se verrà facilmente comperato: il fiorista non lavora solo per se stesso ma per un mercato di potenziali acquirenti. Sarebbe inutile produrre qualcosa che, pur bellissimo, rischierebbe di rimanere invenduto nella vetrina e destinato a sfiorire per essere poi eliminato nella spazzatura.

Ognuno conosce i gusti della sua potenziale clientela, soprattutto di quella abituale, senza trascurare con ciò la possibilità di acquisto di clienti avventizi, che magari per caso passano dinanzi alla vetrina del negozio.
Soprattutto oggigiorno, in tempi di crisi economica ed essendo consapevoli che il fiore appartiene a quella categoria di merci voluttuarie e ai beni che non si considerano di prima necessità, è importante considerare con un occhio particolarmente attento che il valore economico del prodotto possa soddisfare anche le tasche dei clienti meno abbienti. Quindi, accanto a composizioni floreali di un certo costo è sempre bene esporre un gran numero di prodotti accessibili alla maggior parte delle “tasche”.

Se trovate un’idea compositiva attraente ed economicamente valida, è sempre opportuno realizzarla in diversi colori e in diverse dimensioni così da poter soddisfare i gusti e le richieste di un maggior ventaglio di clienti.
Un’ottima strategia di vendita è quella di creare piccole composizioni floreali e bouquet per il cosiddetto “acquisto d’impulso”* da esporre in bella mostra in vetrina o all’esterno del negozio. E’ una strategia spesso messa in atto dai franchising, solitamente attenti a studiare e seguire le mode e i comportamenti della potenziale clientela.

E’ nostra opinione che un occhio di riguardo all’aspetto commerciale dell’arte floreale sia necessario da parte di chi insegna, durante la formazione scolastica del fiorista, per trasmettere anche le necessarie cognizioni volte al risparmio e all’utilizzo dei fiori finalizzato all’ottenimento del massimo rendimento con il minor impiego di materiali.

Dopo aver detto tutto ciò, spezziamo una lancia a favore della creatività fine a se stessa, che naturalmente non è di secondaria importanza ma va anch’essa strategicamente pianificata per ottenere anche un beneficio commerciale di “valore aggiunto” e di più lungimirante portata.
Volendo creare un lavoro floreale che ci sta a cuore ma che rimarrebbe probabilmente invenduto per vari motivi (complessità dell’elaborazione, costo eccessivo in rapporto soprattutto al tempo richiesto per realizzarlo, divergenza dai cliché ai quali è abituata la propria clientela, ecc.) sarebbe opportuno realizzarlo in funzione di un fine premeditato, come ad esempio mostrare al pubblico cosa può essere fatto con i fiori, proporre un soggetto nuovo per “educare” la clientela a nuovi gusti introducendo nuove idee compositive, creare un pezzo unico in vetrina che sia un “motivo di interesse” proprio per accendere quello che in lingua inglese si chiama il “visual interest” dell’osservatore, per catturarne l’attenzione con qualcosa di insolito e di attraente che prima non era abituato a vedere: chissà quale reazione potrebbe suscitare?

Il prodotto del fiorista: artistico sì ma commerciale

Il prodotto del fiorista: artistico sì ma commerciale

*L’acquisto d’impulso è un acquisto non programmato, ovvero effettuato in funzione di uno stimolo improvviso che non tiene conto della convenienza e dell’utilità. La terminologia correlata prevede espressioni come impulse goods (beni di impulso), impulse buyer (persona che compra casualmente un prodotto appena lo vede, senza averne programmato l’acquisto), impulse sales (vendite provocate da acquisti d’impulso). (da Wikipedia)

 

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